Lipodistrofie da insulina. Un altro elemento di instabilità glicemica nel diabete. La parola agli esperti.
Il prof.Enzo Bonora prendendo spunto da quanto visto in ambulatorio ci parla della lipodistrofia.
La terapia del diabete tipo 1 con iniezioni di insulina è un salvavita ma è tutt’altro che ottimale.
Ha il limite di essere basata su una stima del fabbisogno dell’organismo che è assai variabile, non solo in concomitanza dei pasti ma in funzione di quello che si mangia e anche dell’attività fisica svolta. Un altro limite è che l’insulina viene somministrata sottocute e quindi arriva a tutti i tessuti nella stessa quantità mentre normalmente è prodotta dal pancreas e la quota che arriva al fegato è decisamente superiore a quella che arriva agli altri tessuti al fine di controllare in maniera perfetta i flussi di glucosio in entrata e in uscita dal sangue.
Un ulteriore limite è dato dalla variabilità nell’assorbimento dell’insulina dal sottocute che non è tutto uguale. E molto diverso dal normale sottocute è quello lipodistrofico.
La lipodistrofia è generata da ripetute iniezioni di insulina nello stesso punto della pancia o della gamba o del braccio. A volte è caratterizzata da un avvallamento e più spesso da una bozza (vedi immagine).
Ecco perché raccomandiamo la attenta rotazione delle zone di iniezione usando tutta la pancia, tutta la coscia e sfruttando anche i glutei ed eventualmente il braccio. Per evitare le lipodistrofie.
Nella zona lipodistrofica l’assorbimento dell’insulina iniettata è decisamente imprevedibile. Come dire che iniettando 10 unità a volte sono davvero 10 ma altre volte sono 8 e altre volte 12. Questa differente biodisponibilità dell’insulina genera oscillazioni glicemiche da un giorno all’altro, con picchi e ipoglicemie anche a parità di carboidrati ingeriti.
Spesso il cosiddetto “diabete instabile” è legato proprio ad una tecnica di iniezione inadeguata con conseguente sviluppo di lipodistrofie.
Quindi, cari amici che fate iniezioni di insulina a voi stessi o ai vostri cari, sappiate che dovete fare iniezioni tecnicamente impeccabili per cercare di evitare il formarsi delle aree di lipodistrofia e che, se ne vedete, dovete evitare di iniettarci l’insulina per alcuni mesi fino alla loro scomparsa.
E ovviamente non dovete, come purtroppo mi è capitato di vedere in alcune circostanze, iniettare attraverso la maglietta o la camicia o il collant perché siete in giro e avete fretta. In quel caso sottocute ci vanno a finire frammenti di tessuto oltre che l’insulina e si formano granulomi da corpo estraneo.
Ancora una volta sottolineo che la cura del diabete vede come principale protagonista la persona con la malattia e non il medico.
Enzo Bonora.
Professore Ordinario di Endocrinologia, Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgiche,
Sezione di Endocrinologia, Università di Verona
LIPODISTROFIA
Le lipodistrofie sono anomalie dell’adipe causate dall’effetto lipogenico dell’insulina, ovvero all’’accumulo di grasso sotto la cute nei siti di iniezione di insulina. Le lipodistrofie da insulina rappresentano la complicanza cutanea più frequente riscontrata nei diabetici in terapia insulinica. Quest’ultima ha un forte impatto psicologico sui diabetici, dovuta al suo aspetto esteticamente fastidioso, nonché un serio impatto sulla gestione della glicemia derivante da un incremento del fabbisogno insulinico quando l’insulina viene iniettata in aree della pelle affette da lipodistrofia, comportando così la comparsa di ipoglicemie e iperglicemie.
Le lipoodistrofie possono manifestarsi in due forme:
Lipodistrofia atrofica: aree avvallate e circoscritte che si formano in corrispondenza del luogo dove viene effettuata l’iniezione di insulina. È dovuta probabilmente a una risposta immunitaria locale nei confronti dell’insulina iniettata.
Lipodistrofia ipertrofica: soffice nodulo superficiale nelle sedi di iniezione. Si pensa sia dovuta ad una sintesi di grassi provocata dall’insulina nelle sedi di iniezione (deltoidi, intorno all’ombelico, coscia alta-zona delle tasche e glutei).
Le lipodistrofie hanno un forte impatto sulla gestione della glicemia: possono infatti provocare ipo- o iperglicemie improvvise e difficili da gestire come conseguenza di un disomogeneo assorbimento dell’insulina nel sito dove questa viene iniettata.
Approfondimento:
La lipodistrofia è una tra le complicanze più frequenti nelle persone con diabete che seguono la terapia insulinica. Si manifesta come un’alterazione del tessuto sottocutaneo nelle zone in cui viene effettuata la somministrazione dell’insulina, sia con le penne che con il microinfusore. In genere si sviluppa proprio a causa di una non corretta tecnica di somministrazione sottocutanea.
Non si tratta di un semplice problema estetico, bensì di una complicanza che ha conseguenze negative sulla salute del diabetico: in presenza di una lipodistrofia l’assorbimento dell’insulina può subire variazioni significative, provocando sbalzi glicemici con il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Per questo è molto importante saperne riconoscere i sintomi e mettere in atto fin da subito tutte le azioni necessarie per prevenirla.
Come riconoscerla
La lipodistrofia va cercata e identificata con periodicità attraverso l’ispezione e la palpazione delle aree del corpo in cui solitamente viene somministrata l’insulina. Si riconosce quando si ha di fronte un’alterazione del tessuto sottocutaneo in quelle zone e può presentarsi sotto due diverse forme: lipoatrofia e lipoipertrofia.
La lipoatrofia consiste in una perdita di tessuto ed ha l’aspetto di un avvallamento: guardandola e toccandola si percepisce come una “cavità” nella pelle.
La lipoipertrofia appare invece come un aumento di volume del tessuto, percepibile al tatto (come una specie di nodulo) o anche alla vista con l’aspetto di un rigonfiamento della pelle.
È importante controllare periodicamente le sedi dell’iniezione per accertarsi di non sviluppare lipodistrofie. Può essere d’aiuto anche confrontare le parti simmetriche delle aree interessate poiché spesso si tende inconsapevolmente a preferire un lato ad un altro, sottoponendolo a maggior stress.
Come prevenirla
Il modo più efficace per contrastare l’insorgere di questa complicanza è acquisire una corretta tecnica di somministrazione dell’insulina. La terapia con insulina richiede un gesto quotidiano che, in quanto tale, rischia di essere effettuato con fretta o superficialità, sottovalutandone le ricadute sui valori glicemici.
Ecco alcuni consigli pratici per prevenire la formazione di lipodistrofie:
- inietta l’insulina nel tessuto sottocutaneo, mai nel derma o nel muscolo;
- cambia l’ago ad ogni iniezione;
- alterna i siti di iniezione (addome, cosce, braccia, natiche) e in ciascun sito distanzia di almeno un centimetro le punture;
- utilizza un ago corto, meglio se di 4mm come raccomandato da AMD, SID e OSDI;
- evita le iniezioni di insulina in aree lipodistrofiche perché qui l’assorbimento è imprevedibile e potrebbe causare ipoglicemia o iperglicemia inaspettata.
L’iniezione intramuscolare eseguita per sbaglio, il riutilizzo dello stesso ago, la mancata rotazione dei siti di iniezione, l’uso di un ago con lunghezza non adeguata sono tutte cattive pratiche di somministrazione dell’insulina che mettono la persona a rischio di lipodistrofie e di peggioramenti nel mantenimento della glicemia entro la soglia di normalità.
Nella gestione quotidiana del diabete la somministrazione dell’insulina ha un ruolo di estrema importanza e la sua corretta applicazione è fondamentale per garantire uno stato di salute ottimale, così come è molto importante utilizzare soluzioni per chi ha il diabete, come ad esempio creme specifiche per le zone della pelle con imperfezioni legate alle iniezioni multiple.