Presentate al congresso europeo di diabetologia (EASD) le proiezioni relative alla prevalenza di diabete di tipo 2 nel 2045, secondo due possibili scenari, legati ai tassi di obesità. Il primo scenario (past trend) stima il tasso di prevalenza del diabete se l’attuale trend di crescita dell’obesità dovesse proseguire immutato. Il secondo scenario (cosiddetto target) fa una stima dei tassi di crescita del diabete se si riuscisse a ridurre del 25% l’attuale prevalenza di obesità. Solo per la città di Roma, in questo caso, il risparmio sarebbe di 40.000 nuovi casi di diabete e di 120 milioni di euro di spesa sanitaria.
I numeri del diabete sono in crescita, ormai da qualche decennio, ma con velocità diverse nelle varie regioni del mondo. A rivelarlo è una ricerca condotta da University College di Londra, Steno Diabetes Centredi Copenhagen e Novo Nordisk, presentata al congresso della European Association for the Study of Diabetes.
La ricerca, partendo dai trend degli altri passati, ha disegnato degli scenari di prevalenza regionale del diabete di tipo 2 dal 2017 al 2045.
Uno dei fattori di rischio più impattanti sul rischio di diabete di tipo 2 è l’obesità e attualmente ci sono nel mondo circa 650 milioni di persone obese e 400 milioni di soggetti con diabete di tipo 2. Non a caso, uno dei Global Target dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (il numero 7) mira a bloccare la crescita di diabete e obesità. Obiettivi da perseguire necessariamente in tandem visto che, gli studi dimostrano che per stabilizzare il numero delle persone con diabete al 10% della popolazione mondiale sarebbe necessario ridurre del 25% la prevalenza dell’obesità (che poi, tradotto in numeri significherebbe ridurre di 111 milioni il numero di soggetti affetti da diabete di tipo 2).
Partendo da questi presupposti, gli autori dello studio hanno disegnato due scenari di possibile prevalenza del diabete da qui al 2045: lo scenario past trend e lo scenario target. Il primo è una proiezione fatta a partire dai trend di crescita registrati finora, cioè senza alcun intervento correttivo. Il secondo, che è lo scenario più favorevole, traccia una stima di cosa accadrebbe se si riuscisse a centrare l’obiettivo di ridurre del 25% la prevalenza dell’obesità entro il 2045.
Lo studio ha utilizzato i dati sull’indice di massa corporea di tutte le nazioni del mondo dal 2000 al 2014 forniti dalla Non-communicable Disease Risk Factor Collaboration.
I risultati evidenziano che la regione Nord America e Caraibi, che ha al momento i più alti tassi di obesità e diabete di tipo 2 (i tassi di obesità e di diabete sono al momento rispettivamente 35,7% e 13,2%), continuando con i tassi di crescita attuali si arriverebbe nel 2045 ad una prevalenza del 51,5% e del 16,8% (scenario past trend); ma se riuscisse a tagliare del 25% la prevalenza di obesità (scenario target) entro il 2045 si raggiungerebbe una prevalenza del 13,1% per i tassi di diabete. Il che, tradotto in numeri, significherebbe evitare la comparsa di diabete in 15,3 milioni di persone.
La regione con i tassi più bassi di diabete è al momento l’Africa (3,3% di prevalenza), nonostante la prevalenza di obesità si attesti intorno al 9%. Se la crescita dovesse continuare con gli attuali trend però anche in questa zona del mondo entro il 2045 la prevalenza di diabete arriverebbe al 4,2% e quella di obesità al 16,4%.
Nella regione del Sud-Est asiatico, i tassi attuali di obesità sono tra i più bassi al mondo (4%), mentre sono relativamente elevati quelli di diabete (8,7%). Secondo lo scenario past trend, cioè senza misure correttive, si arriverebbe nel 2045 ad un tasso di obesità del 7,9% e ad uno di diabete del 12%. Nello scenario di intervento, il tasso di obesità sarebbe del 3,1% nel 2045 mentre quello di diabete di tipo 2 del 10,7%, con un risparmio cioè di 17,1 milioni di casi di diabete di tipo 2.
Per quanto riguarda l’Europa, dove la prevalenza del diabete si attesta attualmente intorno al 9,2% e quella di obesità al 26,3%, con lo scenario past trend nel 2045 si arriverebbe ad una prevalenza di diabete dell’11,5%, con quello di intervento (riduzione del tasso di obesità del 25%), il tasso di diabete di tipo 2 rimarrebbe sostanzialmente stabile, intorno al 9,6%.
Per quanto riguarda l’Italia, si passerebbe dall’attuale prevalenza di diabete dell’8,3% al 10,5% nello scenario past trend e al 9,1% nello scenario di intervento.
E’ Interessante notare come anche una piccola variazione percentuale, si traduca nel risparmio di un gran numero di nuovi casi di diabete di tipo 2, ma anche economico. Un esempio in tal senso viene dai dati relativi alla città di Roma, dove attualmente la prevalenza di diabete è dell’8,3%. Secondo lo scenario past trend, nel 2045 si arriverebbe ad un tasso di diabete di tipo 2 del 10,4%; ma applicando il correttivo della riduzione del 25% del tasso di obesità (scenario target), la prevalenza di diabete di tipo 2 nel 2045 si attesterebbe sull’9,1%. In altre parole, da qui al 2045 si eviterebbero oltre 40.000 nuovi casi di diabete di tipo 2 solo per la città di Roma e oltre 120 milioni di euro di spesa sanitaria.
Lo studio presentato all’EASD è stato commissionato da Cities Changing Diabetes.